12 apr 2015

LORO CI OSSERVANO

Mi è sempre piaciuto osservare con attenzione il mondo degli altri. Non certo per curiosità o per "voyerismo" ma per capire quali siano le vere intenzioni che si celano dietro l'esteriorità dei comportamenti altrui. La vita di una persona, depurata dagli orpelli delle apparenze, spesso risulta sorprendente. Ogni vita vissuta, per chi l'ha vissuta, è di per se  una avventura. 

Per un'osservatore esterno è molto di più: è uno spaccato della grande storia.E questo vale soprattutto per gli "altri" che ci hanno preceduto. Andare a trovarli nei luoghi in cui hanno vissuto è come fare un viaggio in loro compagnia. Vuol dire entrare in una dimensione diversa da quella quotidianamente vissuta.  E più andiamo indietro nel tempo alla ricerca delle loro tracce, sempre più rare e preziose, più il viaggio diventa emozionante.

Rapiti dal fascino di questo cammino finiamo per percepire la loro silenziosa presenza. Iniziamo a credere che un qualcosa di impalpabile, ma a tratti evidente, faccia pur sempre parte del nostro vivere terreno. Probabilmente vi sarà capitato che, in visita a qualche sito di interesse archeologico, magari dove si sono verificati eventi particolarmente drammatici, avete percepito la presenza di qualcuno alle vostre spalle e che quando vi siete voltati non c'era nessuno. E poi, per esempio,  a chi non è capitato, durante una visita all'antica città di Pompei, di vedere, con la coda dell'occhio, un'ombra furtiva che svoltava l'angolo di una strada? 

Suggestioni, dovute al "phatos" di certi luoghi o fantasmi di coloro che hanno qui tragicamente terminato la loro vita. Le antiche civiltà attribuivano ai fantasmi  connotati assolutamente negativi ma, se debbo dire la verità, a me sembra che si sentano ancora parte di quel mondo che li vide in vita e che ci riservino costantemente le loro attenzioni. 

Presenze benigne, entità curiose che ci studiano da un 'altra dimensione e che a volte, per qualche imperscrutabile motivo, riescono a manifestarsi. Forse vorrebbero prendere contatto con noi, forse vorrebbero dirci qualcosa, ma una relazione diretta tra gli "altri" di oggi e gli "altri" del passato è del tutto impossibile. A volte "quasi" impossibile.

Segnali delle loro interferenze, dei loro tentativi di comunicare con noi ce ne sono in abbondanza: basti leggere le numerose pubblicazioni esistenti sui fenomeni paranormali. Ma, senza andar troppo per il sottile, chiunque, da profano,  può andar con successo alla ricerca di questi segnali. Chi non ha conservato ingiallite fotografie, antichi dagherrotipi magari di fine '800 della propria famiglia, dei nonni, dei bisnonni, degli avi? Ebbene, basta aver la pazienza di esaminarle attentamente. 

Guardate bene le persone rappresentate, fissate profondamente i loro occhi, concentratevi sulla loro espressione, scrutate con occhio critico il loro abbigliamento che risulterà ricco e sontuoso. Fate caso soprattutto ai fondali senza tralasciare  l'ambiente in cui sono rappresentati. Cercate di sentirvi parte del contesto in cui sono ritratti, di immedesimarvi nella loro epoca e di cogliere in quei volti antichi il senso della loro esperienza esistenziale. Bene, dopo aver compiuto questa operazione, che potrebbe risultare anche molto "pregnante" per l'aspetto emotivo che riveste, avrete sicuramente raggiunto due risultati.

Il primo è che, al di là della formalità delle loro pose, probabilmente avete afferrato la realtà del loro mondo, della loro umanità e vi sembrerà di conoscerli profondamente.  Il secondo è consequenziale.  Vi farà trovare, nascosto magari in qualche imperfezione del ritratto o in qualche scarabocchio, tracciato sulla foto da un bambino dell'epoca,  un possibile messaggio. 

Qualcosa che essi vi volevano far sapere o semplicemente una qualche rappresentazione di un mondo che non è quello nostro. Hanno tentato di comunicare e noi abbiamo ricevuto il risultato dei loro tentativi.

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