15 ago 2015

I MELENSI RICORDATORI

Ovvero "il ricordo delle cose passate non è necessariamente il ricordo di come siano state veramente". (Proust)
Vi è mai capitato di imbattervi in qualche nostalgico che dopo averti a malapena salutato attacca subito con la tiritera del "ti ricordi....."? A chi non è capitato? Non sono persone pericolose, anzi, sono però una specie di jattura, un amaro destino per l'umanità attiva e operante che magari preferirebbe dedicarsi ad attività più proficue anzichè andare a  rivangare il passato.

Chissà mai perchè un operaio che ha passato la vita a sacramentare sulla catena di montaggio per il cottimo, per gli straordinari, per l'orario di lavoro, per i capisquadra rompicoglioni non appena andato in pensione sente l'impellente necessità del solito "ti ricordi che bei tempi, quante belle giornate abbiamo passato in fabbrica....."

In realtà, quasi per un inconscio meccanismo di autodifesa  si ricordano solo gli aspetti più gratificanti della vita passata e mai quelli che hanno provocato sofferenza e difficoltà. Il passato, nella memoria dei ricordatori, si identifica con la felicità e, in confronto al presente che si vive in tutta a sua crudezza,  diventa rimpianto. Una zona grigia dove si stagliano, vividi come flash, i momenti più significativi della propria esistenza.  

Questo meccanismo  (per non chiamarlo malattia sociale) scatta soprattutto nelle persone anziane, nei pensionati, in quelle persone cioè che, forse per il presente troppo amaro, vivono di ricordi. Individui che inconsciamente hanno effettuato  una traslazione spazio temporale per cui sperimentano nuovamente sentimenti emozioni e pensieri di un tempo che esiste solo nella loro mente. E per loro quello è il tempo della  realtà. Hanno perso la sintonia con il resto dell'umanità.

Tra loro si cercano, si ritrovano e celebrano insieme il "bel tempo che fu". Una volta esistevano club specifici, dopolavori, bocciofile, oggi invece, in omaggio alla modernità,  ci sono appositi  siti web che soddisfano tali esigenze. Abbiamo così i siti degli "ex carabinieri", degli "ex pompieri", degli "ex galeotti", degli "ex dipendenti del ministero XY"  e così via. Insomma ex.....ex.....ex il che conferma l'attaccamento per queste persne ad un mondo virtuale ormai inesistente.

Tutto ciò sembra puerile ma invece nasconde una certa dose di ansia  nell'affriontare le imprevedibili sfide che la vita, per tutti e per tutte  le età, ogni giorno propone. E così si erigono barriere difensive rassicuranti. Le barriere dei ricordi.