27 nov 2015

LO ZIBALDONE - NOVEMBRE 2015

A che gioco giochiamo
Dopo i terribili fatti di Parigi c'è qualcosa che non quadra nell'informazione, nei commenti di  Facebook, nelle battute, nelle condivisioni dei cosiddetti "social". Moltissimi, nei loro messaggi, hanno puntato i riflettori sulle colpe dell’Occidente. Hanno evidenziato come si mostrasse indignazione per i morti parigini anzichè per i morti di Raqqa o di Mosul. Hanno spiegato che ogni organizzazione terroristica è pilotata da guru europei dell'eversione. Hanno  scritto che ogni tragico attentato rientra in una non meglio identificata strategia della tensione. In quest'ottica  i terroristi sarebbero strumenti inconsapevoli di un inumano quanto oscuro disegno mentre  i governi americani ed europei agirebbero con efferatezza . È la retorica del complotto, sempre vincente in quanto non dimostrabile. Così è stato per l’undici settembre, così è in questi giorni. Si vuol far passare l'idea che tutto è orchestrato da noi, dall'Europa, dall'Occidente. Altre culture, altre popolazioni non avrebbero la capacità di teorizzare e di praticare il terrorismo. Ma questo liquame ideologico venuto alla luce mina alle fondamenta la nostra capacità di reazione. Compromette il nostro essere europei. E' un triste gioco allo "sfascio" che deve finire. Senza se e senza ma.

Fraccazzo da Velletri
E' una figura di fantasia usata per ricordare come ad ogni iniziativa segua sempre una conseguenza. Così dopo la strage di Parigi e gli attentati che ultimamente hanno insanguinato l'Europa mi sorge spontanea una domanda. Chi è che da anni bombarda i territori arabi,  ospedali, infrastutture con donne e bambini? Fraccazzo da Velletri?


I morti e i vivi
Parigi 13 novembre. Morte e terrore. Non ci sono santi. I governi non sono in grado di proteggere i cittadini. Ne dal terrorismo ne dalla delinquenza. Polizie ed esercito imbelli. Molti penseranno al "fai da te", a comitati di autodifesa. Sarà il futuro con la pistola in tasca?
                                 

Heyyyyyy!!!
Per il premier Renzi la crisi è finita e si prospetta una impetuosa ripresa. Ma non siamo a Happy Days e Renzi non è Fonzie. Nonostante la narrazione di una realtà edulcorata l'Ialia resta malata. Di mancata crescita. Di debito pubblico. Di inoccupazione strutturale. Di inefficienza. Di crescente pressione fiscale. Di vecchi e nuovi corporativismi. E peggiorerà. Le economie emergenti (Cina, Russia, Brasile) sono sull'orlo di una crisi finanziaria che benpresto chiamerà in causa tutti. Anche l'Italia.


Storia infinita
Non finisce mai. Se ne riparla. Ancora riforma pensioni. Ancora riforma sanità. Stiamo al gioco di chi governa senza alzare mai la testa. Chiniamo il capo e obbediamo. Che impressione, siamo diventati un popolo bue. Senza palle.





"PROFUGOLAND" E DINTORNI

NELLA FOTO: DESTINAZIONE ITALIA - UNA SOSTA NEL SAHARA
Abakaliki, Nigeria, Agosto 2015. Improbabile traduzione swahili-romanesco di un colloquio tra abitanti.

  • Me so rotto. Ste capanne de paja, nun c’è ‘n cazzo da magnà, nun se batte chiodo….namo via. 
  • E indove vuoi annà? 
  • In Italia. Lì se magna, se scopa e te danno tutto, la casa, er cesso, l’acqua, la luce, nun se paga ‘n cazzo e sti stronzi so puro contenti…. 
  • Anvedi, annamo! 
  • Aspetta, me metto l’infradito che c’è da camminà….. 

Un brillante risultato per i governi dell’Africa subsahariana.
Nei paesi dell’Africa Subsahariana il problema del sovraffollamento carcerario ha raggiunto notevoli dimensioni. La questione è stata risolta con l’aiuto degli scafisti libici che si sono impegnati a trasportare in Italia i reclusi in sovrannumero. Unico obbligo per i rei - pena l'immediato ritorno alle patrie galere - non portare documenti di riconoscimento ne rivelare mai la propria vera identità. Non si sa mai, all'arrivo potrebbero anche essere scambiati per suore di carità!

Un chiaro obbiettivo, una strategia vincente.
L’esodo dei barconi verso l’Italia è il primo atto del disegno imperialista di conquista dell’occidente da parte dell’Islam. Le decine di migliaia di persone sbarcate in Italia pronte a sparpagliarsi ovunque senza identificazione rappresentano un pericolo reale. I falsi moralismi e il buonismo deteriore sono solo il via libera dato all’I.S. per la jihiad europea. Se rimaniamo a guardare ben presto l’islam la farà da padrone e non si potrà mai più tornare indietro. Altro che integrazione. 

Dalle sabbie del Sahara alle nebbie del nord.
Un salto nel buio. Da un mondo cristallizzato in antiche regole tribali ad una incomprensibile società postindustriale. Un cambiamento antropologico che nella maggioranza dei casi non riesce. Non esiste la possibilità di una reale integrazione e si riformano gli ambienti di provenienza. Nascono tante piccole patrie, sempre più distanti dal contesto ospitante. Spesso ciò che offre il destino è l’inferno del caporalato, la criminalità organizzata, la pubblica carità. Per la collettività che li ospita un peso economico, un generale e diffuso regresso sociale, una passo indietro per la sicurezza di tutti. 

La lobby dei migranti
Dietro c’è un gigantesco giro d’affari che fa impallidire perfino quello della droga. Guadagni per tutti. A scafisti e “passeurs” per il viaggio, ad agricoltori e industriali per la mano d’opera a basso costo, alle le varie ONLUS e similari per i contributi statali, all’indotto per i di nuovi alloggi e le infrastrutture, ai politici per il ricco bacino di voti. Nel frattempo i “poteri forti”, confindustria, banche e il il vaticano spargono buonismo e compassione a piene mani. L’italia riparte, la crisi sta finendo e vuoi vedere che….. alla fine sarà tutto merito dei migranti? Bah! Sorridete, sorridete, I nuovi schiavi del 21° secolo sono arrivati!

Esodo di popoli e di virus.
Per i migranti subsahariani esiste un grave problema di' igiene. Non è una novità che  siano portatori di patologie infettive e che si rischi una emergenza sanitaria. Anche la croce rossa italiana ha detto che spesso sono malati. Scabbia, Tbc sono tornate assieme ad  alcuni casi di lebbra e di febbre del Nilo. Ma il  "volemose bene" impera e nascondiamo la testa nella sabbia come gli struzzi. C'è di mezzo anche il "business" e questo fa capire il silenzio delle autorità in proposito.

CRUDELE INVERNO

Per la verità odio l'inverno perché l'inverno odia la carne. Ovunque la scopra, la punisce, la sferza come un predicatore puritano. (Michel Tournier, Il Re degli ontani, 1970)


Sta arrivando Il crudele inverno. Tutti i mesi di questa stagione sono crudeli, il primo dei crudelissimi è novembre, il secondo è dicembre e così via. Poi arriverà il primo di quelli buoni, il mese tra tutti il più pazzo, marzo, e poi quelli buonissimi, quelli magici. Quindi, dicevo, l'inverno è alle porte e voglio celebrare gli ultimi scampoli dell'autunno scrivendo questo post. Vediamo se anche oggi sono in forma.

Batto sulla tastiera e vengono fuori delle parole. E tutte in fila danno vita a delle frasi. Che magari non abbiano molto senso non ha importanza, è solo per verificare se la mia vena di blogger non è ancora esaurita. Come andare in bicicletta: fa niente se non vincerò mai il giro d'Italia ma almeno faccio un po' di moto e guardo il paesaggio. Guarda già quante righe! Non è poi così difficile e magari un giorno riuscirò anche a dargli un significato più ampio. Questo è il punto, dare un senso a quello che scrivo. Occorre che lo tenga sempre presente.

Ecco mi confondo, mi accorgo di non essere abbastanza conciso ed efficace, devo restare sul semplice ma pensare in grande, formare delle parole e ammucchiarle in frasi, trovare il ritmo adatto, riempire la pagina. Ma per oggi, una volta tanto, tralascio di preoccuparmi troppo di questo aspetto, parliamo dunque dell'inverno incipiente o meglio di questo crudele mese di novembre. E' un mese in cui il grigio, in tutte le sue sfumature, prevale ovunque. Grigio è l'asfalto delle strade, plumbeo e il mare che si muove con lente e corpose onde, scuro di nuvole dense di pioggia il cielo. Anche il Tevere si è adeguato, ha aquisito una veste grigio marroncina e scorre lento verso il litorale.

E se guardo i campi la vista non è esaltante, alberi scheletriti senza foglie, niente rigoglio di vegetazione. Solo i pini marittimi mostrano il loro solito manto verde che, però, è diventato di una tonalità più scura. Anche le attività umane sembrano essere in fase di attesa, i negozi hanno cambiato orario, il traffico si è diradato, la sera niente più vita e si torna ad apprezzare il divano e la televisione. Che tristezza. Sembriamo tutti in attesa del Natale che, anche se per pochi giorni, ravviverà ancora una volta l'ambiente.

Si ma la crudeltà che c'entra? E' che questo mese antipatico colpisce enza preavviso, le ore di luce e di sole si riducono progressivamente, repentine lame di freddo si insinuano sotto i vestiti ancora leggeri, influenze e raffreddori si impadroniscono subdolamente del fisico, si accendono nelle case caminetti, stufe e tutto ciò che serve ad emettere un pò di calore. Alè, abbiamo girato l'angolo, siamo entrati nella nuova stagione con vecchie e rinnovate abitudini.