26 set 2015

TRA SE' E SE'

TRA SE' E SE'

Conoscere gli altri? Impossibile se prima non si conosce se stessi. (Daniele De Patre)

Sorge il sole. Il nuovo giorno bussa alla mia porta ed è dunque arrivato il momento di dare inizio alla lotta quotidiana, di avvicinarmi allo specchio, di guardare in questi occhi che spesso tento di evitare e di affrontarmi. Facile a dirsi, ma a farsi? Decido che la cosa migliore è quella di dar luogo a un franco e costruttivo confronto attraverso un colloquio interpersonale con me stesso.

Parlare da soli, in effetti, viene comunemente ritenuto un segno di qualche instabilità mentale. Invece autorevoli studi scientifici condotti su questa diffusa abitudine rivelano che è vero proprio il contrario: parlare da soli fa bene. Aiuta ad esercitare l'autocontrollo, riduce i comportamenti impulsivi, porta a sviluppare un migliore processo decisionale. Insomma, fa bene alla salute, mentale e fisica. Si è sempre saputo che le persone conducono una sorta di dialogo interiore con se stessi, ma fino ad ora non era chiara l'importanza di tale funzione. Mandiamo continuamente dei messaggi a noi stessi con l'intento di autoesaminarci, fare il punto su ciò che facciamo, ragionarci sopra.

Parlando con noi stessi ci diciamo per esempio che dobbiamo continuare a correre anche se siamo stanchi mentre facciamo jogging, oppure di smettere di mangiare anche se avremmo voglia di un'altra fetta di torta, o di trattenerci dal perdere le staffe nel pieno di una discussione. Talvolta questi messaggi esistono solo a livello di pensieri, restando silenziosi, altre volte vengono esplicitati, in una sorta di conversazione ad alta voce con noi stessi e questo dialogo interiore è comunque utile e molto diffuso, anche se non sempre la gente si rende conto di farlo.

In questa sorta di autoanalisi i pensieri che ci attraversano la mente condizionano la nostra visione del mondo, influenzano le nostre attitudini e le relazioni con gli altri. Ci sono però casi in cui questo processo provoca una sorta di sofferenza e questo si verifica quando crediamo a un pensiero che si oppone a ciò che è. Volere che la realtà sia diversa da quella che esiste, è come pretendere d’insegnare ad un gatto ad abbaiare. Puoi provare quanto vuoi, ma alla fine il gatto ti guarderà e dirà: “Miao”. Volere che la realtà sia diversa da come è, risulta di fatto irrealizzabile.

Ma il peggio si verifica quando tutto ciò che penso non succede mai, quando i pensieri si tramutano in illusioni che poi regolarmente, anche se non sono cose assurde, non accadono lo stesso. Esistono anche le considerazioni negative, i pensieri brutti, e sono convinto che la consapevolezza di averli è già di per sè cosa positiva: non bisogna perdeteli, sono il regalo dell’ universo; l’unica cosa che si può fare, è lasciarli lì e osservarli mentre sono con noi perchè nonostante tutto, finché il sole e i pianeti restano al loro posto, non c'è nulla di cui preoccuparsi seriamente.

Insomma questo tipo di comunicazione è fatta dal tuo pensiero e dalle conversazioni con te stesso, ed è un tipo di personale autocritica attraverso la quale non puoi che trarne grandi benefici sicché, la prossima volta che vediamo qualcuno parlare da solo, non precipitiamoci a dire che è un po' matto.