9 feb 2015

FORZISTI IN DISARMO

E' uno strano anno questo 2015.  Sul panorama europeo venti di guerra soffiano  sempre più intensi mentre nella nostra "Italietta" la crisi si aggrava mese dopo mese distruggendo progressivamente quello che resta della "middle class".  

Ci siamo lasciati alle spalle lo spettacolo abbietto, ignobile, unico al mondo del berlusconismo rampante. Abbiamo dimenticato il bunga bunga,  le olgettine,  Apicella, Topolanek,   la bandana, Noemi, il vulcano che eruttava per gli ospiti, la fabbrica di cioccolato e altre simili indegnità. 

Adesso stiamo assistendo in diretta all'implosione di  Forza Italia.  Vecchie e nuove figure hanno massicciamente abbandonato la formazione berlusconiana. I sondaggi più recenti mostrano il partito in cadurta libera mentre  gli attuali colonnelli forzisti, in lotta l'uno contro l'altro  per la sopravvivenza, sono con la valigia al piede.

Ma forse questa è una situazione voluta e da tempo programmata. Il vecchio leader avrebbe intuito che la politica, vuoi per le sue vicende giudiziarie vuoi per il discredito nazionale ed internazionale di cui è riuscito a coprirsi,  ha ormai poco da offrirgli.  Avrebbe dunque deciso come lo strumento politico di cui dispone non sia più finalizzato al raggiungimento dei suoi attuali obbiettivi e si accingerebbe  a cambiarlo rivestendo così se stesso di nuovi panni.  Il leader politico avrebbe un diverso interesse preminente che si identificherebbe con quello delle sue aziende,  un interesse che riguarderebbe unicamente la loro redditività. 

E in questo contesto mantenere in vita il grande molok forzista non sarebbe più necessario. E' probabile che in questo caso Forza Italia si trasformi in una nuova cosa, una struttura snella, meno costosa, gestita da  giovani volontari ben indottrinati operanti sul territorio. Diventerebbe quindi il braccio politico del suo impero economico con il solo scopo di effettuare quella necessaria pressione sugli apparati di potere atta a  garantire la produttività e il successo  delle aziende  di famiglia.

Ma l'anziano presidente è anche sul viale del tramonto e occorre avere sottomano il successore. Nell'ottica tradizionale della grande imprenditoria lombarda alla quale il "cavaliere" appartiene la successione dei poteri si tramanda solitamente di padre in figlio. E così si è arrivati all’ultima strategia politica di Berlusconi. 

Il  leader politico e aziendale,  giovane e preparato esiste e sarebbe già pronto a ricevere la successione dinastica.  Si chiama, come recita la motivazione dell' Ambrogino d'Oro attribuitogli nel 2008 "esempio dell'eccellenza milanese nel mondo",  Marina Berlusconi.  Già capace manager  di Fininvest e del gruppo  Mondadori,  come tutti gli imprenditori che vogliono operare a tutto campo  in questo inedito miscuglio di politica e finanza, la "Cavaliera" Marina è già politicamente attiva. Opera nel modo migliore  restando cioè defilata dai clamori dei media ai quali il suo anziano padre ci aveva abituati. La sua leasership si è sempre svolta dietro le quinte, nell'ombra e alle spalle del padre le cui iniziative sono state spesso da lei suggerite. Donna sola al comando, sergente di ferro, madre di famiglia dal piglio intraprendente. È lei che si sobbarca le interviste più delicate quando lui finisce sotto attacco, è lei che negli ultimi tempi ha ispirato, anche se per interposta persona,  la politica forzista diventata, in barba all'ala più integralista del partito, l'attuale "real politik".  

E' uno strano anno questo 2015. Molte cose sono in embrione e possiamo solo ipotizzare cosa realmente vorranno significare. Sono abbastanza scettico. Non sono convinto che, come ci raccontano, stiamo svoltando l'angolo. In giro c'è troppo individualismo, troppa violenza, troppo "menefreghismo".   E' probabile che quando tireremo le debite somme ne parleremo come di un "annus horribilis".

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