20 mar 2015

C'ERA UNA VOLTA FORZA ITALIA

Che tristezza, la grande macchina da guerra chiamata pomposamente Forza Italia, con i suoi colonnelli agguerriti, l'esercito di Silvio sempre in prime linea, le truppe acclamanti di fans  tra sventolii di bandiere ed inni nzionalpopolarielettorali sta pian piano uscendo dalla scena politica italiana. 

Che tristezza. Il partitone che aspirava a diventare la più grande formazione politica italiana, che si candidava a raccogliere l'eredità di quella che fu la "balena bianca" meglio nota come Democrazia Cristiana, il partito che doveva diventare strumento di quella borghesia produttiva altrimenti chiamata "middle class" è diventato un partitino di poco conto. Di scarsa rilevanza. Progressivamente si sta dissolvendo sotto gli occhi dei suoi limitati ma irriducibili estimatori. Evapora, giorno dopo giorno. Si avvia a essere ricordato solo come fenomeno di costume di un'epoca ormai tramontata.

Con lui tramonta la grande illusione. Il grande inganno. Ai  molti che ci credevano ha fatto balenare davanti agli occhi un futuro di felicità e benessere, meno tasse per tutti, lavoro in abbondanza, promozione sociale, completo affrancamento dai bisogni primari, rinascita delle aspettative crescenti e soprattutto consumiusmo, consumismo a tutti i costi. Insomma chi più ne ha più ne metta. Purchè..... la gente consacrasse a questa religione e ai loro sacerdoti il proprio voto elettorale.

E molti, anzi moltissimi, ci hanno creduto e hanno votato. Soprattutto i giovani e i giovanissimi che hanno formato sotto questi insegnamenti il loro carattere, la loro nascente personalità.

E  con il declino di Forza Italia assistiamo anche al tramonto del berlusconismo. Quel mondo rutilante che ha riempito i giornali di tutto il mondo, pieno di belle e disponibili ragazze, di feste e festini, di fiumi di danaro che passavano neanche tanto nascostamente di mano in mano, di scandali a base di coca, squillo e soldi ha fatto ormai  il suo tempo. 

Quasi quasi mi viene da ridere se ripenso al Silvione nazionale col bandana, il vulcano che eruttava a comando, il giardino di cactus, la fabbrica di cioccolato, le auto blu che riportavano le "segnorine" a casa loro, i voli di stato con destinazione Costa Smeralda, il chitarrista Apicella che accompagnava il "capataz" nelle sue esternazioni canore e infine le barzellette, le storielle, i doppi sensi e ovviamente.....le grasse risate. Senza dimenticare le Olgettine, Fabrizio Corona e le sue foto, il "porteur" Lele Mora e poi  il grande ammiratore di tutto questo Emilio Fede con le sue "meteorine". 

Che spettacolo. Un grande circo pieno di acrobati e saltimbanchi dove tutti  sgomitavano per guadagnarsi il ruolo  di "etoile". E lui, il grande domatore con la frusta in mano, pronto a addomesticare i più riottosi.

Il berlusconismo è stato un'epoca della nostra storia come lo sono state il femminismo, il fascismo, il dopoguerra, la industrializzazione, la società dell'affluenza, la crisi economica. Sarà riportato sui libri di storia a beneficio delle prossime generazioni. Ma è stato soprattutto un sistema di potere e a segnarne la fine  manca per ora una vera certificazione simbolica, una liturgia di rovesciamento. Come tutti gli uomini che si sono fatti da sé, prevedeva a settembre il fondatore di "Striscia la notizia" Antonio Ricci, Berlusconi si disfarrà da sé. Deciderà lui come uscire di scena, con un guizzo da comédien. Bene, aspettiamo con ansia questo guizzo.

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