1 mag 2015

LET'S MAKE OUR EXPO

Primo maggio 2015, ci siamo arrivati! Oggi, "gaudium magnum", è il giorno fatidico che aspettavamo con (finta) ansia. In previsione di questo momento tutti i cosiddetti "media" ci hanno "spaccato i maroni" (scusate l'allocuzione alquanto triviale ma non trovo di meglio per  del esprimere il mio stato d'animo odierno) per circa un anno. Infatti è in questa data che si aprono le porte della grande cattedrale laica Expò 2000 per celebrare il sospirato giubileo commerciale. Anzi, ma che dico, alimentare. Già perchè lì "se magna" di tutto. Vuoi assaggiare le cavallette fritte della Thailandia, lo stufato di serpente del Botswana o anche  le lingue d’anatra affumicate del Sichuan? E allora, per toglierti questo "sfizio", comprati per il modico prezzo di circa trenta euro un biglietto per l'Expò e vai a pranzo (senza dimenticare un efficace digestivo) lì, nella grande fiera.  

Prospettiva allettante. Infatti per assicurare un tranquillo pasto e una serena digestione a tutti visitatori nulla è stato lasciato al caso. Intelligence, carabinieri, polizia, guardia di finanza, vigili urbani, esercito, vigilantes e chi più ne ha più ne metta sono tutti lì a scrutare con aria arcigna gli incauti visitatori. Si sa c'è il terrorismo, ci sono l'ISIS e Al Qaida, i borseggiatori, i malintenzionati  e tutto ciò che si è preso a pretesto, senza badare a spese,  per giustificare l'impiego  di circa settemila uomini in armi. Un numero davvero imbarazzante se si pensa che un simile apparato è stato messo lì non solo per  garantire la sicurezza dei visitatori ma anche per far si che i medesimi possano soddisfare la loro insopprimibile esigenza di prendere visione di cosa si mangia sul pianeta terra.

Fino ad ora Expò ha significato cemento, speculazioni, mafia e sfruttamento. Ciononostante, tanto per riconfermare che agli italiani si può raccontare di tutto e che a tutto crederanno, ci è stato detto e ripetuto che l'Expò segnerà la rinascita dell'Italia, darà un calcio alla crisi, garantirà la ripresa economica. Si dà dunque per certo che sarà un evento salvifico. 

Balle. Personalmente, conoscendo ormai come vanno certe cose, sono convinto che si tratti solo di smaccata propaganda governativa. Il ricavato della grande "kermesse" non andrà certo a coprire le spese sostenute (creando una voragine nei conti pubblici) e, alla fine, ci consegnerà un'area cementificata del tutto inutile. Adatta però (guarda caso) a riempirla, con tutti i ben noti problemi per la popolazione che abita nei dintorni, di clandestini. E non è certo cosa nuova ricordare che  è previsto per questa estate, ovvero poco prima che l'Expò chiuda i suoi battenti, un flusso rilevantissimo e ininterrotto di immigrazione irregolare.

L'Expò non è tutto oro che riluce. Non per niente molti non sono affatto contenti della grande fiera e la contestano. I comitati "No Expò" stanno affilando le armi e si preparano alle manifestazioni di protesta del primo maggio. Anche lo sciopero dei mezzi pubblici sembra una dichiarazione di guerra. "Let's make our Expo" si legge sugli striscioni dei contestatori. E c'è da crederci. Polizia e carabinieri, elmi blu e scudi al braccio, guardano. E, per ora, non si muovono.

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