18 giu 2015

BLOGGER VIEWPOINT

Droga e machete - Nuovi orizzonti per la criminalità cittadina

A volte sono veramente preso, come si dice, in contropiede. La reale realtà non è quella che di solito frequento. No, la reale realtà si nasconde nelle pieghe del quotidiano. Lì si mimetizza e lì prospera indisturbata fino a quando un fatto improvviso non la fa emergere. E si manifesta agli occhi increduli della gente. Ed è la cronaca che ci svela questo mondo. E' la cronaca che ci svela a ferocia e la bestialità di questo universo nascosto.

Ora dico questo, non perchè ho fatto un brutto sogno ma perchè all'improvviso ho preso coscienza come sui mezzi pubblici cittadini, assieme alle massaie che vanno a fare la spesa e ai soliti passeggeri, ci sono degli allegri ragazzotti, tutto alcool e droga, che girano impunemente con affilati machete infilati nei calzoni. E che di questi machete ne hanno fatto uso, senza alcun problema, per macellare l'incauto controllore che aveva avuto l'ardire di verificare i loro documenti di viaggio.

E questo è il fatto di cronaca, di per se stupefacente, ma a che invoglia le persone di buona volontà ad un approfondimento.Nessuno sapeva niente, i media nazionale ignoravano o forse ci è stato tenuto nascosto, ma in quello che una volta era chiamato "il bel paese" prospera  una delle organizzazioni criminali più potenti del narcotraffico internazionale: la "Marra Salvatrucha", Organizzazione delinquenziale descritta dall'FBI come la gang più pericolosa al mondo che impesta le nostre città.

Le Marras, originarie del Salvador ovvero gang  di latinos che prendono a modello quelle di Los Angeles (afroamericane, asiatiche e messicane), hanno cominciato a egemonizzare le nostre città. Hanno disciplina militare, violenza estrema, preghiere, patti e intendono il crimine come regola principale.

Sempre di più queste organizzazioni accolgono tra le loro fila filippini, nordafricani e italiani. All'interno delle Maras tutto è codificato. I segni con le mani (che indicano il numero 18, il 13 o le corna del diavolo), i tatuaggi sul volto, la gerarchia, la musica hip hop. Tutto passa attraverso regole che strutturano e creano identità. Il risultato è un'organizzazione compatta in grado di muoversi velocemente. L'esercito di bambini delle gang (gli affiliati più giovani possono avere anche solo dieci anni) commercia soprattutto in cocaina e marijuana sulla strada. Non gestiscono grandi forniture, non sono ricchi, non corrompono le istituzioni. In strada però sono forti e spietati come killer professionisti.

Dateci tregua. Stiamo ancora digerendo la storiaccia di "Mafia Capitale" e siamo in fremente attesa di vedere come andrà a finire. L'immigrazione selvaggia ci sta massacrando e la società civile in merito sta ancora cercando di capire il come, il quando e il perchè, di chi è la colpa e chi è il responsabile di tale sfacelo. L'integralismo islamico minaccia di "abbeverare i propri cavalli nelle fontane di San Pietro" mentre il degrado sociale, culturale, economico avanza.  E, soprattutto non diamo troppo credito a quelli del "bicchiere mezzo pieno",  la crisi economica, anche e soprattutto come conseguenza di questi fattori, non solo non è finita ma sta unicamente cambiano aspetto e modalità.

Si può obbiettare che tutto ciò a noi, donne e uomini con molte primavere sulle spalle, ci fa un baffo. Si può dire che siamo cresciuti a pane e terrorismo, abbiamo convissuto fianco a fianco con quelli delle "Brigate Rosse, abbiamo visto le stragi di piazza Fontana, quella di Piazza della Loggia, i peggiori scandali come quelli dello IOR e di Sindona, i moti popolari del mitico '68 e altre piacevolezze del genere. E non abbiamo ceduto.

Però questa era un'Italia in trasformazione rapida. Il paese aveva l'obbiettivo di diventare una nuova società, limpida, trasparente. Bene, tutto questo non si è verificato. Siamo nuovamente in peno marasma, prede e vittime di una partitocrazia arraffona ed egoista. Forse è giunto il momento di rifondare la Repubblica. Questa Repubblica.

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