26 lug 2015

SALAM ALAYKUM

Salam alaykum. Anche se questa espressione alla lettera vuole dire "che la pace sia con voi" possiamo intenderla come un bel buongiorno a tutti. Arabismi, “divertissement” lessicale? Bah, credo proprio che non si possa più parlare di “divertissement” lessicale ma di una vera e propria importazione dalla lingua araba di questa e di altre locuzioni.

A suo tempo, se ben ricordo, man mano che si assisteva alla progressiva penetrazione della cultura anglo americana nella società italiana (parlo del dopoguerra e degli anni successivi) ci fu un gran discutere sull’uso dei cosiddetti “anglicismi” e come questi stessero contaminando la nostra lingua. La lingua di Dante.  Poi tutto fu digerito, non se ne parlò più e parole come  blue jeans, sandwich, week-end, divennero parte integrante del nostro comune esprimerci.

E prima ancora di questa mania, anzi, di questa moda imitativa angloamericana, analogo fenomeno si era verificato con i francesismi. Parole come cachet, garage, erano entrate a pieno diritto nel nostro gergo quotidiano. Era l’epoca del predominio culturale  francese sull’intera Europa e  i documenti di identità rilasciati dall’anagrafe nazionale erano bilingui, italiano e francese.

E, tanto per rimanere in tema, val la pena ricordare che al tempo degli antichi romani una sola lingua era parlata nell’intero bacino mediterraneo: il latino. Questo era indicativo dello strapotere anche culturale di Roma  sugli altri popoli. Molte parole di questo antico idioma sono ancora usate universalmente, soprattutto in campo legale e politico come ad esempio curriculum vitae, de facto, ex novo, eccetera.

Insciallah. Sia fatta la volntà di Dio. E’un concetto a dir poco fatalistico però ciò non toglie che dobbiamo pensarci su. Quando scatta un certo fenomeno imitativo, quando si desidera stupire con locuzioni straniere, quando cominciamo ad usare parole di un altro paese ciò vuol dire che questo comincia ad avere una certa influenza sul nostro modo di pensare. Inizia a penetrare con concetti innovativi la nostra comune cultura. Ed è a questo punto che la società stessa inizia progressivamente un processo di modificazione. Lentamente ma progressivamente cambia natura.

Va bene, diamo pure per scontato che l’importazione di concetti e di idee da altre culture sia in fondo un arricchimento delle nostre conoscenze ma, come si dice,  non è tutto oro quello che riluce. Il mondo che si intravede dietro gli archetipi che importiamo dalla cosiddetta “Arabia Felix” (secondo me non tanto “felix”) ai nostri occhi mal si conciliano con le libertà democratiche alle quali siamo abituati. Sono modelli di vita che giudichiamo oscurantisti, medioevali, completamente dominati da una religiosità  integralista, onnipresente e onnipotente. E non dimentichiamo il terrorismo che opera su scala mondiale e che parla arabo.

Allah akbar ovvero "Allah è il più grande". Insomma sulla base di questa affermazione rischiamo di inseminare un campo fertile con semi destinati a divenire un’erba infestante. E comunque un certo processo di acquisizione e soprattutto di imitazione dei loro stili di vita è iniziato. Basta guardar al fenomeno dei “foreign fighters”, dei “lupi solitari”, delle “cellule in sonno” e di tutte quelle strutture terroristiche nostrane composte da cittadini italiani e pronte a scatenarsi al minimo segnale di via che pervenga dalle loro centrali operative. C’è poco da mostrare al prossimo quanto siamo aperti alle novità che provengono da quei paesi e quanto siamo disposti, in nome di una falsa libertà, ad assimilare le loro idee. Stiamo giocando col fuoco e stiamo facendo un plateale “autogoal”.

Alaikum salam è la locuzione che si usa in risposta al saluto iniziale e significa "a voi la pace" e quindi accettatelo a conclusione di questo blog post.

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