Incontro continuamente gente che sorride, sopratutto giovani, stupende ragazze con occhi allegri e sguardo seducente,maschietti atletici e tatuati, contenti e felici, ebetamente imbrancati in informi gruppi con l'unico scopo di passare il tempo con maleducazione e volgarità in spropositate alcoliche bevute e ininterrotte fumate da sballo.
C'è poco da sorridere e tantomeno da ridere. Fino a non molto tempo fa, incontradoli per strada, si diceva "beata gioventù" e si affermava convinti lo stereotipo che loro e solo loro avrebbero cambiato questa società, per antonomasia marcia e corrotta.
Oggi invece scrutando nei loro occhi "ridenti e fuggitivi" mi accorgo che posseggono solo una visione parziale della realtà e che, come una specie animale protetta, conoscono solo i confini della loro gabbia,che per loro rappresenta i confini del mondo, nella quale (ahimè temo a loro insaputa) sono principescamente mantenuti da una incosciente ma premurosa società parentale.
Purtroppo tutto questo è un unico, gigantesco, tragico equivoco. Non si sono accorti che la società nella quale sono stati allevati in batteria e nella quale imprudentemente ancora confidano sta andando a rotoli e che siamo alla vigilia di una non meglio delineata rivoluzione esistenziale. Questi giovani non hanno rabbia vitale, non cercano la sintonia con le cose che cambiano, non hanno interiorizzato l'idea di un nuovo modo di vivere e lasciano che altri decidano per loro cosa si deve fare e come ci si debba comportare. Lo ha affermato anche il nostro presidente del consiglio quando ha parlato di generazione perduta.
Per loro non esiste futuro e nulla è garantito salvo una esistenza precaria e senza stimoli.Saranno famosi? No, saranno poveri ed il loro futuro resta incerto con scarse prospettive di occupazione e reddito.