10 gen 2015

AGONIA

La disoccupazione è un crimine contro l’Umanità e il crimine deve essere perseguito ed il criminale punito. 

Ciononostante basta farsi un giro per le strade, per le banche, per negozi, nelle aziende oppure ove si preferisce per capire che questo paese sta morendo. Deflazione salariale, svalutazione interna,riforme selvagge, austerità, attacco allo Stato sociale, svendita del patrimonio statale e tagli ad una spesa pubblica tra le più basse d’Europa sono la sintesi delle politiche messe in campo da questo governo.

Per questa gente governare non significa certo operare per la promozione sociale e il benessere dei cittadini ma significa decidere su tagli a pensioni, salari, scadenze di pagamenti, debiti, crediti, fisco, welfare, agende politico economiche, riforme strutturali, e tutto ciò che dovrebbe far funzionare un Paese. E questi poteri se li sono attribuiti da sè stessi senza l'investitura pubblica di elezioni democratiche. 

Ci hanno ridotto ad una società disperata, obbediente ed incapace di difendersi collettivamente. Siamo isolati ed apatici mentre procediamo sulla via di una diffusa povertà e se esiste ancora oggi qualche oca giuliva in grado di credere che l’austerità imposta ed autoimpostaci dal governo soprattutto aumentando tasse e tariffe sia la migliore soluzione per favorire la crescita economica del paese facciamogli i migliori auguri ma facciamogli anche capire che questo punto di vista è una pia illusione.

Scuotetevi, svegliatevi, reagite, diffondete, fate capire alle belle addormentate nel bosco intorno a Voi che il nostro destino è nelle mani di questi psicopatici falliti, che applicano ricette fallimentari, burattini nelle mani di una plutocrazia mondiale, un’oscuro regno intriso di banchieri, finanziari e corporation. Una democrazia in decomposizione, un paese di carta straccia   controllato attraverso i media e la televisione, una economia dominata dai mercati, i derivati, gli algoritmi, un sistema finanziario diventato un morto che cammina.

La ricchezza privata se ne stà andando dall’Italia e le aziende che non esportano non valgono più niente. Gli immobili chi li vuole più. Avremo un destino non diverso da quello della Grecia e di tanti altri paesi del mediterraneo. Ormai non è più questione di tempo, affondiamo lentamente, al rallentatore ma affondiamo.

E dite la verità non vi sembra di sentire il Silvione nazionale che, in piena crisi, suggeriva di spendere e spandere, avere fiducia, consumare anche le suole delle scarpe, consumare con l’immaginazione, consumare anche se lo stipendio che non c'è più?

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