23 apr 2015

WEBWRITERS

Sarà una moda, un hobby, una cosa seria ma, oggigiorno, chi non ha un blog? Il fatto è che noi cittadini, soprattutto da quando abbiamo ricevuto la qualifica di "Europei",  non siamo più "usi obbedir tacendo" come diceva  il motto dell'Arma. 

Il nostro stile di vita si è evoluto, ci sentiamo parte attiva della società e crediamo di dover spesso dire qualcosa che non è stato detto. Cerchiamo di integrare la storia delle vicende nazionali con un nostro più o meno illuminato parere e siamo convinti di saperlo esporre efficacemente. E reclamiamo attenzione. 

Operare all'interno della blogosfera non vuol dire  acquisire atteggiamenti di presunzione. Non vuol dire entrare a far parte di una categoria di eletti da dove "pontificare" a beneficio degli altri.  In tutti i campi che richiedono una certa dose di creatività ci sono uomini e donne  che perseguono le loro idee. C'è chi suona uno strumento, chi si dedica con impegno a qualche sport, chi dipinge, chi compone poesie.  Abbondano i pittori, i fotografi, i ceramisti, gli chef. E allora perchè mai i bloggers no?  Perché se canti, suoni, dipingi, fotografi hai un hobby e se invece blogghi sei un presuntuoso? Perchè  avere una Fender in cantina è normale e invece tenere un blog sul web è così esecrabile?  A me sembra che chi riempie un suo blog personale contribuisce , anche se in minima parte, a compiere un piccolo passo in avanti per il progresso di tutti.

D'altronde provare a mettere giù due parole è fondamentale per capire a fondo le cose. Non sarebbe altrimenti spiegabile il motivo per cui viene sempre chiesto agli studenti di ogni epoca di scrivere pensierini, riassunti, temi, tesi di laurea. 

I  bloggers fanno di più. Oltre alla loro attività singola sono fortemente interconnessi tra di loro, leggono i blog della rete,  si linkano ai vari siti web, citano i lavori degli altri nei propri post, utilizzano le conoscenze dei "colleghi". E questo vuol dire aver sviluppato una nuova cultura. La cultura della blogosfera. La cultura della scrittura di tutti.

“Ma ti pagano?”  è la domanda che mi sento fare più spesso quando parlo di questa attività. Ora, va bene monetizzare sempre ogni cosa, ma in questo caso la questione non si pone. E' bene chiarire che fare blogging è un mestiere che non fa guadagnare. Però ci vuole competenza. Si deve essere ben coscienti di quello che si fa e si deve farlo bene. Sapere cosa sono le keywords, sapere scrivere in italiano, conoscere la grammatica non basta. Bisogna ricordarsi sempre che quello che si scrive rivela la propria preparazione, contribuisce a creare la propria immagine online, il proprio ego virtuale. 

Il blog è come una vetrina. E' il luogo dove si scrive, dove si rappresenta una realtà che può essere anche molto diversa  da quella che "va per la maggiore". E' la realtà virtuale del web. Ma non per questo non può non riuscire a rivelare le cose sotto un'altra luce e quindi a completare la coscienza collettiva.

Certamente siamo utili. Certamente crediamo in quello che facciamo. Però bisogna saperlo: la prima legge del blogging ci dice che mai nessuno busserà alla tua porta chiedendo l'aiuto di un webwriter!  

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